Scialle nero di Luigi Pirandello (1904): Quel salotto pieno di luce, quantunque dal tetto basso, arredato di mobili già consunti, d'antica foggia, respirava quasi un'aria d'altri tempi e pareva s'appagasse, nella quiete dei due grandi specchi a riscontro, dell'immobile visione della sua antichità scolorita. I vecchi ritratti di famiglia appesi alle pareti erano, là dentro, i veri e soli inquilini. Di nuovo, c'era soltanto il pianoforte a mezzacoda, il pianoforte d'Eleonora, che le figure effigiate in quei ritratti pareva guardassero in cagnesco.
Il resto di niente di Enzo Striano (1986): «Bene. Credo sia giunto il momento che faccia il suo ingresso tra noi, benché sia ancora molto giovane, mia nipote donna Eleonora de Fonseca Pimentel, qui presente. Ella mi è cara anche perché ho avuto il piacere d'avviarla agli studi e vi so dire che ne ha fatto buon profitto. Fra l'altro scrive bellissimi versi.»
I Viceré di Federico De Roberto (1894): Non sapeva in come fare per mostrare alla Giulente che quel matrimonio si faceva per forza, contro il piacere della maggioranza della famiglia. Ma donna Eleonora non s'accorgeva di niente: seduta accanto alla principessa e alla contessa Matilde, sorrideva di beatitudine al passaggio degli sposi, in volto ai quali, specialmente a Lucrezia, leggevasi la gioia del trionfo. Del resto, se donna Ferdinanda e la cugina le facevano il viso dell'arme, la principessa le usava molte cortesie, la contessa Matilde prendeva parte alla sua felicità di madre; la stessa Chiara veniva a gettarsi nuovamente accanto a lei. |